La fuga dei turisti
La fuga dei turisti
La situazione a sette mesi dal sisma

A sette mesi dalle prime scosse sono praticamente dimezzate le presenze dei turisti stranieri nelle aree colpite dal sisma con effetti disastrosi sull’economia locale.
Insieme agli aiuti materiali diretti è necessario incentivare le presenze sul territorio - soprattutto in vista della Pasqua - nei luoghi caratterizzati tradizionalmente da un grande afflusso dall’estero.
La ricostruzione, infatti, va di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo.
L’agriturismo, secondo la Coldiretti, è il settore turistico piu’ danneggiato dal terremoto con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta.
Nei 131 comuni del cratere, colpiti dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre - secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat -, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria.
In queste strutture, al momento, le uniche presenze residuali si riferiscono a quanti sono impegnati nell’opera di ricostruzione.
"Ma gli effetti del terremoto sulle presenze - continua la Coldiretti - si sono sentiti anche su tutti i 3400 agriturismi complessivamente attivi nelle quatto regioni, dove i turisti sono piu’ che dimezzati. Il calo degli arrivi di turisti, con il conseguente danno economico, allunga – rileva Coldiretti – il conto dei problemi provocati dal terremoto".